Info
Abitanti: 1996
Parroco: don Nicola Cavallaro

Contatti

Indirizzo: Largo San Giorgio, 6
tel./fax: 0933.21350
e-mail:

DESCRIZIONE

Percorrendo la via dedicata allo Statista e Filosofo Don Luigi Sturzosi giunge alla Basilica di San Giorgio, costruita fuori dall’abitato come Chiesa Fortezza, fondata dai Genovesi che contribuirono alla liberazione dei Saraceni e costruendo una Colonia ligure nella Città.

RICOSTRUITA dopo il terremoto DEL 1693,il prospetto e di Giuseppe Vaccaro che oltre ad essere pittore e Scultore si confrontava con esempi di Architettura.

La Chiesa conserva un vero tesoro pittorico, una tavola di scuola Fiamminga attribuita probabilmente a Roger Van Der Weyden (1400-1464)raffigurantre il mistero della redenzione.

Nell’ononima Chiesa la prima Domenica di Luglio  viene festeggiata la devozione alla Madonna delle Grazie.

Dal 2015 per volere del gruppo di Preghiera “Padre Pio” e stato portato in basilica una statua e un ostensorio con reliquia del santo traumaturgo che viene festeggiato il 23 settembre di ogni anno.

Occorre una terza chiesa a greco verso i fianchi del monte , cioè la Parrocchia di San Giorgio Martire , costruita dalla pietà dei Genovesi nell’anno mille.

Avendo i Genovesi fatto lo sbarco con ingente armata verso la spiaggia di Kamarina, portavasi ad espugnare Caltagirone elevando con una torre un Tempio a San Giorgio , nel di cui muro applicarono una lapide con l’anno della fondazione , rimasta fin alo 1693, quando in seguito al funesto terremoto crollo assieme alla torre.

La Chiesa di San Giorgio , la più antica della Città , dopo quella dell’ex Matrice , fù costruita dai Genovesi negli anni mille.

Essa, Gravemente danneggiata dal terremoto del 1542 che ne abbatte il campanile, prontamente ricostruito dal comune , fu poi , interamente distrutto da quell’altro più disastroso del 1693.

La sua ricostruzione , avviata nel 1699 fu completata e rifinita di stucchi e di affreschi nel 1762.

Nel 1830 furono iniziatio i lavori di un nuovo prospetto della Chiesa, disegnato dai f.lli Vaccaro , ma l’improvvisa morte , per avvelenamento  da funghi del Parroco  Domenico Mingrino , avvenuta il 26 Maggio 1833, mando’ a monte il completamento dell’opera.

NOTIZIE STORICHE

  • 1000 ‐ 1693 (fondazione antica chiesa)
    • «…Occorre una terza chiesa a Greco verso i fianchi del monte, cioè la parrocchia di S. Giorgio martire, costruita dalla pietà dei Genovesi nell’anno 1000, come dirò appresso. …Avendo i genovesi grandi stragi cagionate ai Saraceni, che possedevano quasi tutte le isole del Mediterraneo, venuti nell’anno 1000 sopra la Sicilia, fatto lo sbarco con ingente armata verso la spiaggia di Camerina, portavansi ad espugnare Caltagirone, primaria fortezza di quelli, e a sacro elemento prendendo principio, levarono con una torre un tempio a S. Giorgio, nel di cui muro applicarono una lapide coll’anno della fondazione: rimase sino al 1693, quando crollò, ruinata da tremuoto la torre…». Così lo storico Gioacchino Di Marzo, rifacendosi agli scritti del’Abate Vito Amico descriveva la Basilica minore di San Giorgio in Caltagirone nel suo Dizionario Topografico Siciliano (1855).
  • 1030 ‐ XI  (fondazione antica chiesa)
    • La Basilica di San Giorgio si colloca all’estremità orientale della città di Caltagirone; della sua remota origine ci racconta ampiamente la storiografia locale ascrivendone le origini all’anno 1000. Secondo la tradizione l’edificio fu edificato da un gruppo di genovesi, in rendimento di grazie al loro Santo Patrono San Giorgio per la vittoria riportata sugli arabi. I vincitori si collocarono al di fuori delle mura urbane, e posero intorno alla basilica le loro dimore, e nella chiesa una lapide per commemorare la vittoria ottenuta sui saraceni.
  • 1542 ‐ XVI (descrizione danni sisma 1542)
    • Secondo la cronaca del Mastro Notaro della Curia Mainardo, durante il terremoto del 10 dicembre 1542 «la torre del Tempio di San Giorgio fu tutta devastata e caddero i merli ». Certamente il crollo dovette arrecare danni anche a buona parte della zona presbiteriale, il Senato caltagironese fornì le somme necessarie per riparare la chiesa ed il campanile distrutti.
  • 1693 ‐ 1699 (inizio ricostruzione 1699 sisma 1693)
    • La chiesa venne interamente distrutta dal sisma del 1693, tuttavia venne ricostruita sullo stesso sito. In seguito, a partire dal 1699, venne completata e rifinita di affreschi dal Parroco Don Francesco Rabbito .
  • 1699 ‐ 1762 (ricostruzione chiesa attuale)
    • La ricostruzione della chiesa, già avviata nel 1699, fu, tuttavia, completata e rifinita di stucchi e di affreschi nel 1762, come attesta l’epigrafe, che leggesi a sinistra della porta della chiesa: «Joseph Montemagno templum hoc vetustate squallidum Senatus munificentia adnitente restauravit Anno Domini 1762». Pertanto grazie al Priore Parroco Can. Giuseppe Montemagno la basilica fu restaurata e abbellita di affreschi e stucchi, che raffigurano San Giorgio, il suo martirio strettamente connesso al sacrificio di Cristo riattualizzato dall’Eucaristia, opera del pittore palermitano Bernardino Bongiovanni.
  • 1733 ‐ 1740 (annovero a basilica minore chiesa attuale)
    • Parrocchia sin dalla fondazione e prima chiesa consacrata della città, nel 1733 fu solennemente dedicata dal Vescovo siracusano D. Matteo Trigona, che, nel contempo, per il breve pontificio di Clemente XII (Lor. Corsini 1730-1740), l’annoverò tra le basiliche minori, come viene attestato da una lunga epigrafe latina, incisa su marmo, a destra della porta centrale.
  • 1783 ‐ XVIII (Vrancke van der Stockt donazione dipinto )
    • Nel 1783 la baronessa di Favarotta Donna Agata Interlandi donò alla chiesa di S. Giorgio Il Trono della Grazia Interlandi, il celebre dipinto ad olio su tavola di Vrancke van der Stockt, di cui una copia oggi è posta, nella cappella a sinistra dell’altare in una edicola marmorea realizzata nel 1907.
  • 1786 ‐ XVIII (arch. Carlo Maria Longobardi relazione costruzione cappella SS. Sacramento)
    • Relazione dell’architetto del Senato C. M. Longobardi per la costruzione della nuova cappella del Santissimo nella Chiesa di S. Giorgio a Caltagirone. L’architetto per l’occasione aveva preparato un progetto su disegni ed un modello in creta della nuova cappella.
  • 1788 ‐ XVIII (arch. Natale Bonajuto avanzamento lavori costruzione cappella Sacramento)
    • L’architetto Natale Bonajuto relazionò lo stato di avanzamento dei lavori della cappella che si trovava costruita integralmente fino alle calotte di copertura. Per il completamento dell’opera mancavano ancora numerosi lavori che verranno completati nel 1795.
  • 1797 ‐ XVIII (arch. Carlo Maria Longobardi restauro campanile)
    • Restauro e consolidamento del Campanile di San Giorgio ad opera dell’architetto del Senato Carlo Maria Longobardi.
  • 1816 ‐ XIX (diritti di matricità chiesa attuale)
    • Prima dell’elevazione della chiesa di S. Giuliano a cattedrale della diocesi calatina (1816), essa servita da una comunìta di sacerdoti, godette di alcuni diritti di matricità, tra i quali quello di portare nelle processioni la croce come le altre parrocchie e l’altro di celebrare solennemente la funzione della domenica delle palme, alla quale dovevano partecipare le altre parrocchie, le confraternite ed il Senato.
  • 1830 ‐ 1855 (nuovo prospetto chiesa attuale)
    • Nel 1830 furono iniziati i lavori di un nuovo prospetto della chiesa, disegnato dai fratelli Vaccaro, ma l’improvvisa morte, per avvelenamento da funghi, del parroco Domenico Mingrino, avvenuta il 26 maggio 1833, mandò a monte il completamento dell’opera. Successivamente nel 1855, a spese del Comune, si restaurò l’interno della chiesa e si ridiede alla torre l’antica merlatura e le caratteristiche bifore della cella campanaria.
  • 1833 ‐ XIX (marmista Pasquale Privitera altare M. SS. della Grazie)
    • Venne costruito l’altare marmoreo di Maria SS.ma delle Grazie, da Pasquale Privitera, finanziato dalle elemosine dei fedeli raccolte dal Can. Nicolò Carfì.
  • 1849 ‐ XIX (anime Purganti, della Trinità altari )
    • Per elemosine raccolte da Sac. Salv. Strazzuso venne costruito l’altare delle anime Purganti e quello della Trinità con San Marco Evangelista.
  • 1850 ‐ XIX (contributo Rosalia Chiarandà Aprile nuovo battistero )
    • Venne integralmente rinnovato il battistero grazie alle laute contribuzioni di Rosalia Chiarandà vedova Aprile che avvalendosi dei migliori artisti dei tempi erogò una ingente somma per lavorare gli ingenti stucchi modellati dal Signorelli di Palermo, di Pasquale Privitera per scolpire la fonte di marmo, di mastro Nicolò Lanza per il cancello in ferro e del pittore Francesco Vaccaro per dipingere i quadro posto sull’altarino, il quale raffigura S. Raffaele Arcangelo e nella lunetta il battesimo di Nostro Signore.
  • 1855 ‐ XIX (parete nord consolidamento muri chiesa )
    • Il Municipio finanziò lavori per 5000 lire spesi nei tre anni successivi per consolidare i tre muri in appoggio alla fabbriche esterne in levante per restaurare il campanile, e per il pavimento della chiesa a mattoni di terra cotta verniciati e per «circuire con ringhiera di ferro l’antico cimitero davanti la Chiesa »
  • 1907 ‐ XX (Trono della Grazia Interlandi costruzione altare)
    • Costruzione dell’altare in marmo della che oggi custodisce il Trono della Grazia Interlandi.
  • 1908 ‐ 1909 (Pr. Calogero Gueli campagna di restauro )
    • Rilevante campagna di restauri e manutenzione della chiesa e delle pertinenze, sostenuta dal parroco Calogero Gueli, riguardante la manutenzione dei tetti, delle travi poste a sostegno delle campane, della scala di servizio interna al campanile, dei muri interni a nord della chiesa. I lavori interessarono: il restauro della cornice dell’arco sull’altare maggiore di cui era crollata una porzione, il restauro dei muri del presbiterio dove sono incastrati i mausolei dei Parroci Montemagno e Miccichè, il restauro della cappella del Divinissimo completamente annerita, il rinnovamento del battistero che presentava tutti gli stucchi macchiati e interrotti dalle acque, che vi si versavano dl tetto degradato, la pavimentazione della chiesa «detrita e slocata», il recupero dei mobili e delle imposte in cattive condizioni, il recupero del piano aperto davanti alla chiesa «adibito a qualunque uso». Furono necessarie allora 7.942,4 lire buona parte delle quali frutto della beneficienza dei fedeli
  • 1929 ‐ 1950 (costruzione locali parrocchiali)
    • La chiesa è dotata di casa canonica, costruita negli anni 1929-1930, in conformità al piano di potenziamento delle parrocchie, voluto da Pio XI, (Achille Ratti 1922-1939), ed, in atto, adibita a scuola di catechismo e di un altro alloggio, realizzato negli anni 1950, per l’abitazione del parroco.
  • 1971 ‐ XXI (Can. Calogero Vacirca modifiche riforma liturgica)
    • In seguito alla riforma liturgica del Concilio Ecumenico Vaticano II, si fece rimuovere la balaustra in marmo che separava l’abside dalla navata, e furono costruiti il nuovo Altare e Ambone consacrati il 28 Giugno 1971 in occasione del XV di sacerdozio del Can. Calogero Vacirca dal Vescovo Carmelo Canzonieri.
  • 2007 ‐ 2009 (coperture, volte, campanile.  restauri)
    • Restauri delle coperture, ciclo di restauri della volta della navata e dei dipinti, consolidamento del campanile, rifacimento delle dipinture interne, facimento delle dipinture interne.
  • 2015 ‐ XXI (casa canonica restauro)
    • Con l’impegno dell’attuale Priore Parroco Can. Giacomo Girella, nel 2015 è stata restaurata e resa nuovamente funzionale la Casa Canonica ormai fatiscente ferma al 1945 e si sta procedendo a mettere a norma l’impianto elettrico della parrocchia tutta, e interventi vari di riqualificazione locali.

ADEGUAMENTO LITURGICO

  • altare ‐ aggiunta arredo (1971)
    • Di forma rettangolare, esso è stato posto in posizione assiale, realizzato su due piedistalli in marmo con venatura verde, e mensa in marmo bianco.
  • ambone ‐ aggiunta arredo (1971)
    • di forma composita, esso è stato realizzato con utilizzo di marmo bianco, con pannellature ed inserti in marmo di venatura verde. Esso è stato posto su lato sinistro guardando dall’aula.

47290754_1807102472748967_837991597403537408_o BASILICA PARROCHIALE  DI SAN GIORGIO
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