Ippolito1 ZONA ARCHEOLOGICA SANT'IPPOLITO ( COLLE DEL BERSAGLIO)

Al fondo della ripida discesa di via sfere, che collega l’abitato di Caltagirone alla strada a scorrimento veloce Catania-Gela, a poche centinaia di metri dallo svincolo Caltagirone Nord, si erge la mole rocciosa di una collinetta brulla, dai fianchi fortemente scoscesi.

Per i tagli aperti da una cava di gesso funzionante fino a non molti anni fà, segnata sulle carte con il nome di Colle del Bersaglio o di S. Ippolito.

Inerspicandosi su per il fianco orientale , l’unico in certo modo agevole , dal momento che i lati di ponente e di settentrione sono caratterizzati da aspri burroni al cui fondo scorre, esile nastro d’argento il fiume Caltagirone, le cui fonti sono a circa un chilometro in direzione ovest, non è raro imbattersi in qualche frammento di ceramica o pezzetti di selce.

Sono i resti visibili del più antico insediamento del calatino, costituito da poche capanne a pianta ovale, disposte sulla cima e ai piedi della collinetta.

I resti delle capanne non sono visibili perchè furono ricoperte di terra dopo l’unica esplorazione compiuta da Paolo Orsi negli anni venti del ‘900.

Il grande Archeologo nativo  di rovereto, che fu il primo esploratore sistematico di tutte le principali località archeologiche calatine,  riconobbe nel sito la presenza di diverse civiltà neolitiche, dell’eta del rame con il nome di Stentinello, Serra d’alto , Diana, San Cono,  Serraferlicchio, Malpasso.

Successivamente Luigi Bernabò Brea isolò una civiltà dell’età del rame finale cui dette il nome della località , appunto quella di S. Ippolito.

Questa civiltà databile dal 2000 al 1800 A.C. e caratterizzata da una ceramica decorata a bande e fascie brune su fondo giallino e rossiccio, ricca di forme peculiari: boccaletti, vasi a fruttiera, scodelloni, bicchierini, orcioli a fondo appuntito e bocca tagliata di derivazione cipriota.

Sempre di terracotta, si sono trovati altri oggetti, come cucchiai, pesi da telaio, volani di fuso, corno a punta ricurva, che pare servisse contro il malocchio.

Un vaso è particolarissimo, di uso imprecisato, formato da una vaschetta vagamente ovale, a fondo piatto, alla cui estremità è iserita una coppa emisferica che è collegata alla parete opposta da una o due liste tubolari , poggianti su un pilastrino cilindrico.

Numerosi sono anche i reperti di selce: lame, grattatoi, punte dei freccia.

Di Basalto sono invece delle piccole accette, forse pendaglietti apotropaici.

I materiali trovati da Orsi sono esposti nel Museo Archeologico di Siracusa  a lui dedicato.

Nel Museo Regionale della Ceramica e nel Museo Civico al Carcere Borbonico entrambi di Caltagirone sono custoditi pregevoli vasi recuperati occasionalmente.

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